Rupi del vino

Domenica 28 aprile alle ore 15 il programma di Sorgentedelvino LIVE 2013 accoglie la proiezione di Rupi del vino, il film documentario che Ermanno Olmi ha dedicato alla viticoltura eroica della Valtellina. Realizzato nel 2010 attraversando i vigneti inerpicati sulle ripide montagne terrazzate della valle, il film racconta con una fotografia straordinaria questa terra difficile, la sua storia, le sue tradizioni guadagnando il premio per la fotografia al 19° Oenvideo – Festival Internazionale dei film sulla vigna e il vino nel 2012.

Introduce la proiezione a Piacenza una delle protagoniste di questa storia di vigne e di territorio Isabella Pellizzati Perego di Ar.Pe.Pe, un’occasione per esplorare quello che sta dietro una bottiglia di vino ma anche per fermarci a ragionare sul significato profondo dell’agricoltura di montagna capace di portare sulle nostre tavole prodotti di eccellenza e al tempo stesso di tenere in vita – economicamente e socialmente parlando – un intero territorio.

Si ringrazia per la gentile concessione dell’opera la Fondazione ProVinea.

Lasciandovi con queste parole di Ermanno Olmi vi invitiamo alla visione del film e all’assaggio dei vini.

Ermanno Olmi, Rupi del vino“Chi fra noi, cittadini comuni, ha ancora un rapporto diretto e partecipe col mondo del vino?
Credo, oramai, solamente quei pochi che il vino lo coltivano, ne curano i frutti e lo producono.
Per il cittadino comune, ossia il cittadino metropolitano, l’approccio al vino è con gli scaffali espositivi: la bottiglia da rigirare tra le mani, anche se dall’etichetta non si capisce molto.
Qualcuno, con ingenua curiosità, espone il vetro in controluce per vedere trasparenza e colore del contenuto. Chissà.
In passato, invece, non era così.
Il momento del vino, nella mia infanzia contadina, era vissuto con partecipazione diretta al rito che ogni anno puntualmente si ripeteva e perpetuava a cominciare, appena fuori dall’inverno, dalla preparazione della vigna con la cura dei tralci e della zolla. E poi in primavera, quando le mani del vignaiolo frugavano con dolcezza nel fitto del fogliame dove spuntavano i primi grappoli ancora minuti come neonati.
Prossimi all’autunno, ogni giorno si scrutava il cielo e si invocava l’aiuto divino perché la burrasca e la temutissima grandine non rovinasse il raccolto.
E finalmente la vendemmia.
Mani addestrate e agili coglievano grappoli ricchi di umori della terra e vigore del sole, dai chicchi turgidi di succo e di luce.
E mentre si colmavano cesti in contentezza, dai filari delle vigne salivano canti di festa quasi si compisse il rito di ringraziamento per un premio meritato.
La pigiatura era festa per tutti: augurio di abbondanza e rassicurazione di sopravvivenza.
Il vino è l’immancabile offerta all’ospite, un invito alla compagnia, alla pacifica convivenza.
Il vino è alimento e insieme sostanza di sacralità.”